Realizzato dall’artista Mario Lupo nel 1986 per iniziativa del Circolo dei Sambenedettesi, il monumento al gabbiano Jonathan Livingston, protagonista dell’ indimenticato libro di Richard Bach, sorge lungo la passeggiata del molo sud, quella che è stata ribattezzata ”The Jonathan’s way”.
Il monumento è un grande cerchio in bronzo, alto dieci metri, proiettato verso l’azzurro del mare e del cielo. Poggia su un basamento in cui sono scolpite delle onde. Nella parte interna del cerchio sono racchiusi alcuni gabbiani indistinti tra loro. Il gabbiano Jonathan è posto sulla linea esterna del cerchio, librato verso il cielo, sfidando i venti contrari con le sue spiegate e leggere ali traforate. Quasi fosse un invito a volare sempre più in alto, a staccarsi dal gruppo per trovare il proprio mondo, sé stessi, il proprio pensiero e la propria libertà.
Il gabbiano Jonathan rappresenta i pescatori sambenedettesi. È il simbolo della operosità generosa e fattiva della gente sambenedettese volta alla costante ricerca del meglio per la propria città, della volontà e della tenacia tipiche della gente di mare, abituata ad affrontare e superare silenziosamente ostacoli e difficoltà per raggiungere mete sempre nuove.
Mario Lupo, che dopo avere per anni solcato i mari, ha voluto fondere nel bronzo il suo eterno messaggio di amore, libertà e speranza.
La scultura nasce anche per ricordare il gabbiano Jonathan Livingston del celebre libro dello scrittore statunitense Richard Bach. La novella è incentrata sulla figura del gabbiano Jonathan e sulla sua passione per il volo come metafora della vita e della libertà. In particolare, il percorso di auto perfezionamento del gabbiano che impara a volare/vivere attraverso l’abnegazione, il sacrificio e la gioia di farlo. Un libro sulla libertà e sulla liberazione dagli schemi mentali. Significativa la dedica che Bach riportò in apertura al suo romanzo: “Al vero Gabbiano Jonathan che vive nel profondo di tutti noi”.
Il monumento vuole lanciare un messaggio positivo alla città, travagliata dalle manifestazioni di un diffuso disagio giovanile. Resta un polo di attrazione per tutti coloro, cittadini e turisti, che vedono nella sua levità aerea un invito a liberare il pensiero. A volare alto per guardare più lontano e conquistare la libertà del corpo e dello spirito.